PROVA IN MARE

Dufour 41 Classic

Dalla Francia un classico dodici metri per crocieristi


R itorna la Dufour sul grande mercato degli yacht a vela, dopo esserne stata, per anni, fra le maggiori protagoniste. La grande casa francese aveva interrotto, quasi dieci anni or sono, la produzione di serie (anche se questo termine non calza del tutto a questa lavorazione semi artigianale) per lavorare solo su ordinazione nel settore dei grandi yacht. Adesso la cantieristica transalpina, già ricca per la presenza di Beneteau, Jeanneau e Gib Sea, inclusi fra i massimi costruttori mondiali del settore, anche al di sopra degli stessi americani (irraggiungibili nel settore motori), torna a disporre di quest'altro nome storico, che in passato non fu a sua volta secondo a nessuno. Riuscì, in altri termini, ad emulare il leader di allora il cantiere francese Jeanneau. Mentre ci rammarichiamo che nello stesso segmento le marche italiane sono scomparse o navigano fra mille difficoltà (tutti indistintamente nel settore ne diamo la colpa ai governi che si sono succeduti nella Penisola) dobbiamo inchinarci all'ottimo catalogo già presentato da Dufour, che ha visto piovere immediatamente le prime ordinazioni e sta già andando molto forte su tutto il territorio europeo. La gamma comprende le linee Classic, Prestige e Nautitech. La prima riunisce le piccole, si fa per dire, imbarcazioni, la seconda i mega yacht da 48 a ben 110 piedi, anche con armamento a sloop e la terza i catamarani, fra cui un "mega" da 98 piedi a ketch. Ma è la linea minore, la Classic, che in questo momento fa più notizia sul nostro mercato. Si parte dal nuovo Dufour 30, lungo quasi nove metri e, passando per il 32, il 35 ed il 41, si giunge fino al 45, cioè presso il rispettabile traguardo dei quindici metri di lunghezza. Il 41 è il modello più richiesto del momento, per quella moda, non ancora estintasi, di considerare la barca di dodici metri o quasi il punto più soddisfacente di arrivo, per la "carriera" di uno yachtman. Questo nuovo Dufour 41 è lungo 12,30 metri fuori tutto e 11,95 a scafo nudo. Il baglio massimo è generoso (3,98 metri), anche se la finezza della carena è notevole. Il cantiere afferma, infatti, che il nome di Classic, conferito all'intera linea, raggiunge con questa barca il suo pieno valore. La controprova l'abbiamo nella scelta di rifinire il ponte in listelli di teak, giustapposti con polevomastic, senza alternative "al risparmio". Finiture molto ricche e complete, sempre in teak ed in mogano naturale, negli interni, luminosissimi, divisi in tre cabine indipendenti, più i posti in dinette per complessivi otto posti letto. Notevole il piano cucina a mezza nave, simmetrico al divano a ferro di cavallo, un classico in quest'ordine di grandezza. Il piano velico, con un bell'albero a due crocette varia in funzione di due differenti versioni, la più crocieristica e la più corsaiola, ma il nome Dufour non dovrebbe lasciare dubbi sul buon equilibrio di tutto l'insieme e sulle buone performances sotto vela. Forse, data la tendenza dominante oggi, l'ausiliario poteva essere al di sopra dei previsti 50 hp aspirati, dati i 7500 kg di dislocamento, non moltissimi, ma dovuti alle dimensioni ed alla ricchezza delle dotazioni.