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Gabriele Nuzzo

di Angelo Cantoni

Parchi e riserve in Sicilia

Non fosse stato per lo stridente contrastare delle sventate speculazioni edilizie a contorno della bellezza dunale e per l’impeccabile entusiastico operare della guida Wwf che ci accompagna tra i sentieri, l’imbarazzo di spiegare agli amici che sono con noi della necessità di istituire la riserva sarebbe stato forse insuperabile.
Abbiamo "aperto" questa rubrica con la visita ad una delle più antiche riserve istituite, nella certezza di trovare una organizzazione ed una fruizione avviata e funzionante, ma ci si è prospettata una visione di apparente sconsolante abbandono.
Un generico cartello segnala l’area protetta, non ci sono uffici ne centri accoglienza, qualche isolata e approssimata indicazione in legno ci segnala alcune direttrici di visita, niente diorami, ne spiegazioni, ne alcuna struttura di servizio, parcheggi, servizi igienici, ristoro, attività.
Pesano ai nostri occhi i 15 anni dalla data di istituzione ed i quasi 10 di gestione della Provincia, cerchiamo con speranza qualche elemento che contraddica la sensazione di fallimento, poi per fortuna, nell’arco di pochi minuti dalla telefonata fatta al centro assistenza pubblicizzato dal dépliant, arriva la giovane guida del Wwf che ci consola e ci conforta, è vero la riserva appare abbandonata, evidentemente per molto tempo lo è stata, ma le cose stanno rapidamente cambiando e ci si aspetta un futuro migliore.
Ci conforta anche il neo insediato direttore delle tre riserve affidate alla Provincia di Trapani, la dottoressa Amelia Giordano, che ci ha ricevuto a Trapani presso la sede dell’Assessorato territorio ed ambiente. La sua esposizione rivela la determinazione e l’entusiasmo di chi crede fermamente alle valenze economiche della tutela e di chi su questi temi dispone di consolidata e qualificata esperienza.
Ci resoconta dei lunghi tempi burocratici e degli investimenti nell’ardua opera di tutela con il personale di sorveglianza impegnato in prima persona a proteggere il luogo ed assicurane la conservazione e ci assicura che l’Assessorato, dopo anni di difficoltà, ha affrontato negli ultimi anni con rinnovato vigore il tema della riserve ed oggi dispone finalmente di un rilevante parco progetti per attuare gli interventi necessari a dare avviamento alla fruizione: acquisizione di immobili da restaurare e destinare a centri accoglienza, foresterie, laboratori e centri didattici, sistemazione e realizzazione di sentieristiche tematiche, aree attrezzate, interventi di rinaturazione, osservatori ornitologici, voliere per la riabilitazione e rilascio dei volatili, corsi aggiornamento e promozione d’immagine. Intanto da circa un mese sono stati appaltati i servizi di assistenza turistico culturale per le riserve del Belice e Bosco d’Alcamo; tra breve verrà appaltato il servizio per l’area dello Stagnone.
L’augurio è che la visita di Albaria preluda un "albaria" anche per queste riserve che comunque per il valore naturalistico e l’innegabile bellezza vale davvero la pena visitare.

Il Bosco d'Alcamo

Disposti su file ordinate, fieri e possenti sebbene provati dalle profonde ferite del fuoco e dalle umane ingiurie, i pini e i cipressi, difendono la rocca del gran Bonifato, dai fianchi vilmente aggrediti da cave, case e disusi. Ma le orde nemiche sono già avanzate e i loro tecnologici vessilli svettano sull’alta cima del monte.
Il Bosco d’Alcamo offre a tutti la possibilità di praticare agevoli e rinfrancanti passeggiate nell’ambito di piacevoli picnic per i quali risulta ottimamente vocato grazie alla perfetta area attrezzata realizzata dalla Azienda Demaniale delle Foreste.
Accompagnati dall’incessante cinguettio degli uccelli potrete coniugare il piacere delle atmosfere della pineta con interessanti visite culturali all’insediamento rurale medievale o all’eremo di Madonna dell’Alto ed al castello saraceno divenuto poi fortezza dei Ventimigia e spaziare con lo sguardo fin dove l’orizzonte lo consente.
Ma il bosco nasconde anche una particolare caratteristica educativa: giungendo alla vetta dove è sito l’eremo e il castello avrete la possibilità, purtroppo non rara, di riflettere seriamente su quanto scellerata possa essere una certa politica del territorio e se proprio inevitabili devono essere considerate le conseguenze dello sviluppo economico. Uno dei luoghi più densi di fascino e di preziosissime testimonianze architettoniche della nostra storia risulta infatti devastato irrimediabilmente dalle infrastrutture della nostra moderna telecomunicazione.
Riguardo la riserva, più che un area naturale, si tratta di un impianto realizzato dalla Forestale, nel corso dei passati decenni, sui luoghi che nel secolo scorso ospitavano naturali coperture boschive di leccio e roverella. Il disboscamento attuato alla fine del secolo passato ed i ripetuti incendi ne segnarono la scomparsa e l’esigenza di protezione idrogeologica impose l’azione di rimboschimento purtroppo realizzata con il ricorso a specie esotiche, totalmente estranee alla natura e potenzialità di quell’ambiente.
Tuttavia la rara presenza di luoghi naturali nell’intera area circostante, utilizzata intensamente dall’uomo, e lo sviluppo e l’equilibrio raggiunto dall’impianto boschivo, fanno di questo ecosistema artificiale un importantissima ed isolata area verde che offre rifugio a numerose specie animali tipiche dei boschi siciliani, individuando un elevato bisogno di tutela e conservazione.
Dichiarata riserva naturale nel 1984 è gestita dal 1987 dalla Provincia di Trapani che è subentrata all’Azienda demaniale foreste.
Similmente alla riserva del Belice i risultati di questa gestione non appaiono certamente esaltanti ma anche per questa riserva qualcosa sembra finalmente muoversi nel giusto senso e dopo anni di disattenzione oggi l’Ente Gestore ha finalmente in programma una lunga serie di interventi che dovrebbero ben presto realizzarsi.
La ristrutturazione dell’ex albergo che attualmente ospita il Centro accoglienza consentirà in futuro lo svolgersi di idonee attività di divulgazione ed educazione ambientale e una migliore indicazione e tabellazione dei sentieri renderà migliori le condizioni di fruizione.
Sono inoltre previsti la realizzazione di una voliera per la riabilitazione ed il rilascio dei volatili feriti, graduali interventi di rinaturalizzazione del bosco e la realizzazione di un percorso della salute che consentirà di fortificare il fisico in un ambiente piacevolmente distensivo e tonificante.
Un suggerimento dovuto riguarda la necessità di apporre idonea segnaletica lungo la viabilità statale e provinciale la cui totale assenza rende assai difficile il raggiungimento della riserva che peraltro dista circa 6 km. dal centro abitato di Alcamo in assenza di appositi servizi di collegamento.

La foce del fiume Belice

Era dunque così la Sicilia. I fiumi si davano al mare smeandrando tra stagni e paludi nascoste tra alte dune guardiane di fertili pianure alluvionali.
La riserva del Fiume Belice rappresenta una preziosa memoria di ambienti fluviali e litoranei che una dissennata politica del territorio ha pressoché cancellato dalle coste isolane.
L’area ha subito nel recente passato profonde e significative modificazioni, la pressione edificatoria, il pascolo, la ferrovia e soprattutto la canalizzazione idraulica e la cava della sabbia dunale hanno alterato l’ambiente naturale sminuendone la biodiversità ed il fascino che tuttavia permane elevato.
L’istituzione della riserva, avvenuta nel 1984 e gestita dalla Provincia di Trapani dal 1987, ha arrestato questi inquietanti fenomeni ed oggi, almeno dal punto di vista della necessaria tutela e conservazione, l’area appare sufficientemente ed adeguatamente protetta. Ciò che ancora stenta a manifestarsi sono gli aspetti economici di sviluppo di nuove attività ma anche in questo senso qualcosa sembra finalmente manifestarsi.
Nei programmi dell’Ente gestore figura infatti un vasto insieme di interventi già progettualmente e finanziariamente definiti in attesa soltanto delle autorizzazioni. Verrà così presto realizzata la recinzione, la rete sentieristica, adeguata anche per gli anziani ed i disabili, l’acquisizione dell’ ex casello ferroviario da adibire a centro servizi e diversi interventi di ripristino e rinaturazione dell’ambiente dunale.
Come detto da poco più di un mese è stato nuovamente attivato il servizio di assistenza turistica, appaltato dalla sezione locale del Wwf, e chi lo desidera può farsi accompagnare da valide ed efficienti guide che spiegano ed agevolano la comprensione degli ambienti e della fauna osservabili all’interno dell’area protetta.

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