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IL RUOLO DEL SUB SPORTIVO NELLA TUTELA DELL’AMBIENTE MARINO

Una giornata di studio intitolata "Il ruolo del subacqueo sportivo nella tutela dell'ambiente marino" è stata organizzata lo scorso 23 marzo, dall'associazione culturale Abaco in collaborazione con la facoltà di Scienze Biologiche ed il centro subacqueo Salpancore, con il patrocinio del Comune di Palermo. Alla tavola rotonda hanno partecipato: Silvano Riggio, professore di ecologia presso l'Università degli Studi di Palermo, il biologo marino Fabio Badalamenti del Cnr (Centro nazionale ricerche), il dottor Renato Chemello, ricercatore della facoltà di Scienze Biologiche, il vicepresidente dell'Abaco Luigi Mangano, Giovanni Cangialosi, formatore professionale, Alberto Gasparin, imprenditore subacqueo ed il capitano Antonino Spampinato, comandante del nucleo sommozzatori della Guardia di Finanza. Il professore Riggio ha sottolineato l'importanza della costituzione del movimento subacquei in favore della tutela del mare, cosa che ha definito un grande evento. Ha anche evidenziato l'importanza delle riserve naturali, sorte a causa del poco rispetto che finora è esistito nei confronti del mare. Durante il dibattito è stato presentato un decalogo illustrato dei comportamenti che dovrebbe assumere il sub per salvaguardare l'ambiente marino: non forzare l'indole degli animali, non raccogliere "souvenir marini", denunciare situazioni anomale o pericolose, controllare e quindi rispettare i fondali durante l'ancoraggio, comunicare avvistamenti inusuali, conoscere l'ambiente marino, partecipare alle operazioni di ecologia subacquea, mantenere un buon assetto durante le immersioni ed infine, ma non per importanza, sensibilizzare gli altri alla tutela dell'ambiente marino. Fabio Badalamenti ha parlato dell'incremento delle attività subacquee ed il parallellismo che esiste tra il lavoro svolto da quest'ultimi e quello svolto dai ricercatori: Noi studiosi finora abbiamo soltanto descritto gli ambienti marini, questo però oggi non basta più, occorre fornire una precisa documentazione che potrebbe essere effettuata in collaborazione con i subacquei. Questo lavoro di coordinazione potrebbe nascere grazie alla creazione di un sito internet che serva per lo scambio di informazioni e dati tra studiosi e sub, cosa che già avviene in altri paesi. Il ricercatore Chemello, seguendo la linea di Badalamenti ha dichiarato che molte scoperte marine sono avvenute per merito di sub sportivi, ad esempio quella della presenza dei nudibranchi nel Mediterraneo; ad avvalorare l'opera del subacqueo sportivo - dice Chemello - è stata la scoperta, da parte di Francesco e Giuseppe Genchi, della collocazione esatta delle mucillagini del 1991. Il ruolo del sub non è quello del visitatore passivo degli abissi , ma di accrescere e divulgare le sue conoscenze. Un altro intervento significativo è stato quello del capitano Spampinato che ha illustrato il compito della Guardia di Finanza nella tutela dell'ambiente marino: operiamo con personale addestrato dalla Marina militare, i nostri uomini sono divisi in settori, particolarmente importante è quello archeologico che ultimamente è stato intensificato affinché possa far fronte al mercato clandestino . Il tenente colonnello Carlo Salafia delle Fiamme gialle ha voluto precisare che il loro compito viene svolto attraverso mezzi aeronavali e che dedicano particolare attenzione alla difesa ittica dall'inquinamento chimico e biologico oltre al delicato servizio di vigilanza delle coste, da dove spesso arrivano gravi trasgressioni. Questo servizio - afferma Salafia - è sempre esistito, è stato soltanto potenziato da quando anche l'opinione pubblica si è sensibilizzata. Durante il dibattito si è discusso sulla pesca della neonata, il professore Silvano Riggio ha spiegato che l'altissima mortalità fa sì che ci sia una bilancia tra i vivi ed i morti, se ciò non fosse, saremmo invasi dai pesci. Il professore ha anche fatto una differenza tra pesci di tipo R (ad alto potere riproduttivo), e pesci di tipo K (a basso potere riproduttivo); la neonata - dice Riggio - fa parte della prima specie, non è quindi necessario proibirne la pesca, sarebbe opportuno invece controllare la pesca dei piccoli di tonno e pesci spada, che appartengono al gruppo K. Purtroppo nel campo marino, come afferma Luigi Mangano, si stanno muovendo ancora piccoli passi, ci si augura però che questo pomeriggio sia servito a sensibilizzare la gente sulla tutela dell'ambiente marino. La conclusione della tavola rotonda è stata segnata dalla proiezione di suggestive diapositive subacquee sul Mediterraneo.


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